In occasione del 10° anniversario della scomparsa di Adriana Zarri, la Fondazione Donat-Cattin prosegue il proprio lavoro di ricerca su Settegiorni, rivista di area donat-cattiniana in cui la teologa d’origine emiliana ha offerto in maniera costante il proprio contributo.
Nei sette anni di attività del settimanale, pressoché in ogni numero Adriana Zarri ha scritto per la rubrica Religioni, mettendo a disposizione tutto il suo bagaglio sapienziale per seguire principalmente le vicende post-conciliari a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.
Il focus principale dei suoi approfondimenti tratta per l’appunto l’applicazione dei principi del Vaticano II, evento epocale per la storia della Chiesa e non solo, con conseguenze notevoli anche sul piano politico.
La Zarri non risparmia dure critiche ai settori dell’establishment cattolico ed ecclesiastico che tentano di interpretare in senso restrittivo le libertà che il Concilio garantisce: articolo dopo articolo, tenta di separare i precetti religiosi figli di situazioni storiche, quindi prodotti dall’essere umano, da quelli evangelici. La rivelazione, calata nelle vicende umane, è suscettibile di adattamenti a seconda del sentire proprio di ogni particolare epoca.
La ricerca della fede che Adriana Zarri propone sulle colonne di Settegiorni è volta a garantirne la sua autenticità, scevra da questioni sociologiche o giuridiche che rischiano di impoverirla e strumentalizzarla a fini conservatori. Figura al centro di diverse polemiche per la sua indipendenza da ogni organizzazione tanto partitica quanto ecclesiastica e per la sua schiettezza nell’argomentare le proprie ragioni, Adriana Zarri contribuisce a dare lustro a Settegiorni e a confermare l’impostazione libera, progressista e volta al dialogo della rivista.