Le ricerche della Fondazione Carlo Donat-Cattin

Lo Statuto della Fondazione mette al centro dei suoi obiettivi l’attività di ricerca, con particolare riferimento alla storia del movimento cattolico ed alle grandi questioni economiche e sociali. Per il perseguimento di queste finalità la Fondazione, alla luce delle indicazioni del suo Comitato Scientifico, attiva la collaborazione di giovani studiosi e ricercatori e sviluppa rapporti con il mondo universitario. I risultati delle ricerche sono pubblicati presso la  casa editrice CELID di Torino, nel cui catalogo è attiva una apposita collana di “Studi e ricerche della Fondazione Carlo Donat-Cattin”.

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Un riformista al governo
Carlo Donat-Cattin ministro del centro-sinistra (1963-1978)

In quattro densi capitoli un valente giovane storico ripercorre un tratto importante della storia dell’Italia repubblicana. Lo fa attraverso l’attività di governo di un politico democristiano, Carlo Donat-Cattin che, tra il dicembre del 1963 e il dicembre del 1978, ricoprì importanti ruoli esecutivi: prima la carica di sottosegretario alle Partecipazioni statali poi quella, più nota, di ministro del Lavoro, quindi quella di ministro del Mezzogiorno per approdare, infine, al ministero dell’Industria. Sono gli anni in cui nasce, si afferma e declina nel suo afflato riformatore il centro-sinistra in Italia, nei quali si fanno strada istanze e forze sociali fino ad allora tenute ai margini. È anche il periodo in cui la spirale della violenza politica sembra non arrestarsi mai, e il Paese è costretto ad affrontare lo shock petrolifero e le sue gravi conseguenze economiche.

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Un riformista al governo
Carlo Donat-Cattin ministro del centro-sinistra
(1963-1978)

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La maggioranza dei ventenni
vede un futuro senza figli
L’intuizione trentacinque anni fa

L’inverno demografico e il rischio di vivere in un paese di vecchi venne anticipato 35 anni fa dal ministro della Sanità Carlo Donat-Cattin. Lo fece nel settembre del 1986 dal tradizionale convegno di Saint Vincent: “Quello che l’Italia ha dato alla storia del mondo non può farci trovare cancellati, di modo che di qui a duecento anni la gente, i ragazzi che vanno a scuola ascolterebbero: ecco c’erano i Sumeri nella pianura del Tigri e dell’Eufrate e c’erano gli italiani tra gli Appennini e le Alpi”.

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Pace o guerra?
La stampa cattolica nelle diocesi piemontesi: 1914-1915

Tra i tanti studi sulla Prima guerra mondiale, questo  si caratterizza per alcune peculiarità. Analizza in modo specifico la stampa e quindi la formazione dell’opinione pubblica. Studia il mondo cattolico che, attraverso un processo per nulla scontato e unilineare, proprio nel corso di quel conflitto compie il suo inserimento definitivo nello Stato, dopo la lunga fase di opposizione alla classe dirigente nazionale e alle istituzioni nazionali. Si sofferma su una regione, il Piemonte, che diede un alto contributo di uomini e di caduti nel corso della guerra e da cui tradizionalmente provenivano gli alti gradi dell’esercito. Una realtà territoriale nella quale l’influenza del clero e della Chiesa era profonda, dove facevano da contrappunto importanti centri di precoce industrializzazione come Torino, Alessandria, Biella, caratterizzati dalla presenza di un proletariato pugnace e combattivo.

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Tra guerra e pace. 1914-1915:
un anno di vita italiana dalle pagine della stampa cattolica piemontese

▩ INCONTRI CON GLI AUTORI

Pace o guerra?
La stampa cattolica nelle diocesi piemontesi 1914-1915
a cura di Bartolo Gariglio,
Ed. Celid, Torino 2017

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Guerra pace politica.
La stampa cattolica piemontese durante la Prima guerra mondiale

L’arco cronologico preso in esame va dal 24 maggio 1915 all’appello sturziano ai “liberi e forti” del 19 gennaio 1919. Un periodo di grandi trasformazioni e tensioni che inciderà sui decenni successivi in Italia e in Europa. Al centro della ricerca il mondo cattolico e la sua stampa nella fase in cui lo Stato invade le realtà locali in misura massiccia e senza precedenti. I saggi qui confluiti mettono in luce come la stampa cattolica, anche quella minore, sia protesa a difendere le peculiarità del proprio universo politico-religioso lottando con tenacia contro i suoi avversari: socialisti, nazionalisti, massoni e anticlericali di ogni specie.

▩ CONVEGNI

Guerra pace politica
La stampa cattolica piemontese durante la Prima guerra mondiale

▩ CONVEGNI

La stampa cattolica piemontese nella Prima Guerra Mondiale
Il dilemma della Chiesa tra neutralismo e interventismo

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Un partito di popolo.
Il Partito Popolare in Piemonte e la sua classe dirigente

La ricerca mette al suo centro non i vertici del Partito Popolare Italiano da Don Sturzo nato nel 1919, ma la sua base. Questo in una regione, il Piemonte, con una realtà sociale molto articolata e complessa. I ricercatori, che in gran parte avevano già lavorato per studi relativi al mondo cattolico piemontese durante la Grande guerra, si sono impegnati non tanto a enumerare i meriti o i limiti di una classe dirigente evoluta, quanto a indagare, attraverso le fonti disponibili, la composizione dei quadri dirigenti, anche piccoli o intermedi, di una forza politica cresciuta in poco tempo e poi declinata per l’emergere di diverse circostanze storiche e sociali, non ultimo il mutato atteggiamento della Chiesa. Si sono ritrovati così professori universitari e contadini, nobili e artigiani, operai e professionisti, commercianti, giornalisti e un gran numero di sacerdoti i cui nomi sono stati infine raccolti in un database composto da più di duemila elementi che potrà essere via via ampliato in un sito on line messo a disposizione dalla Fondazione Carlo Donat-Cattin. Oltre ai saggi sulle singole realtà territoriali che mettono in luce analogie e differenze a volte anche molto marcate fra le varie aree territoriali facendo emergere elementi di grande interesse, spesso non scontati, sono stati delineati una settantina profili biografici di personaggi significativi, che hanno segnato la breve vita del partito nella regione.

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