La Via Crucis della Settimana Santa 2020

Una riflessione
a cura di Luca Rolandi

CIÒ CHE STIAMO VIVENDO, IN QUESTO TEMPO SOSPESO È UNA ATTRAVERSATA NEL DESERTO
Nel dolore soccorrici o Padre

I STAZIONE – GESÙ È TRADITO
Dal Vangelo secondo Luca (22, 19-20) Questo è il mio corpo, che è dato per voi; … Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi. Dal Vangelo secondo Marco (15, 12-13. 15) Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
La morte è parte della vita, il suo compimento ma non il destino. Un passaggio per tutti. Ogni uomo, credente o non credente, tutti gli uomini sono  pellegrini verso l’Altrove. Si vive il “già e non ancora” e ci si confronta con la propria finitudine. Oggi la pandemia ci invita a riflettere su questa dimensione. L’attraversata dolorosa: la Croce di ognuno. Un momento particolare in cui vita e morte, mistero dell’Altrove diventano interrogativo pressate. Ancor più dei primi discepoli, siamo noi, o Gesù, a essere fragili nella fede perché sfiduciati e vinti dalla prova. Rischiamo pure di tradirti, mentre il tuo amore ci dovrebbe indurre a crescere nell’amore per Te. Ci occorrono preghiera, vigilanza, sincerità e verità. Così la fede crescerà.

 

II STAZIONE – GESÙ ABBRACCIA LA SUA CROCE
Pilato fece condurre fuori Gesù. Poi si mise seduto su una tribuna nel luogo chiamato “Lastricato”. Era la vigilia della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse alla folla: “Ecco il vostro re!”. Ma quelli gridarono: “A morte! A morte! Crocifiggilo!”. Allora le guardie presero Gesù e lo fecero andare fuori della città costringendolo a portare la croce sulle spalle” (cv 19, 13-1.7).
“Ascolta, o Dio, le nostre preghiere, e donaci di imitare la passione del tuo Figlio, per portare con serena fortezza la nostra croce quotidiana!. Con queste parole San Giovanni Della Croce ci guida nella notte oscura che stiamo attraversando. Solo insieme al suo amore di Padre, possiamo farcela.

 

III STAZIONE – GESÙ CADE SOTTO IL PESO DELLA CROCE
“Ecco l’Agnello di Dio” Dal libro del profeta Isaia (53, 5) Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
O Gesù, questo è il giorno nel quale non dobbiamo somigliare al fariseo che loda sé stesso, ma al pubblicano che non osa nemmeno alzare il capo (cfr  Lc 18, 10-13). Perciò chiediamo con fiducia a Te, Agnello di Dio, il perdono dei nostri peccati in pensieri, parole, opere e omissioni. Meditando sul peso della tua croce, non ci vergogneremo di tracciare sul nostro corpo il segno della croce: “È un aiuto efficace: gratuito per i poveri e, per chi è debole, non richiede alcuno sforzo. Si tratta, infatti, di una grazia di Dio” (Cirillo di Gerusalemme, Catechesi battesimale 13, 36).

 

IV STAZIONE – L’INCONTRO CON LA MADRE
Dal vangelo secondo Luca (2, 34 – 35. 51) Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». … Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
O Gesù, il dramma che Tu affronti insieme con tua Madre – prega San Giovanni della Croce – ci fa pensare ai tanti drammi familiari presenti nel mondo, soprattutto oggi che la pandemia sta seminando morte e disperazione. Se voi sapeste come è impossibile, senza prove, conseguire il fine a cui il discepolo aspira e come senza le sofferenze si indietreggia, non cerchereste mai le consolazioni, né quelle di Dio, né quelle delle creature! Preferireste portare la croce e, stringendovi ad essa, non chiedereste di bere se non fiele e aceto puro.

 

V STAZIONE –  GESÙ VIENE INCHIODATO SULLA CROCE
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». (Lc 23, 33-34) “Quelli che passavano di là scuotevano la testa in segno di disprezzo, lo insultavano e dicevano: “Ehi, tu che volevi distruggere il tempio e rico-struirlo in tre giorni… Lui, il Messia, il re d’Israele: scenda ora dalla croce, così vedremo e gli crederemo! (Mc 15, 29-32) Pilato scrisse il cartello e lo fece mettere sulla croce. C’era scritto: “Gesù di Nazareth, il re dei Giudei” (Gv 19, 19).
Al momento della morte, Gesù è annientato anche nell’anima, senza alcun sollievo e conforto, essendo stato lasciato dal Padre. In un’intima aridità e così grande che fu costretto a gridare Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Quello fu l’abbandono più desolante che Gesù avesse sperimentato durante la sua vita e, proprio mentre ne era oppresso, Gesù compì l’opera più meravigliosa di quante ne avesse compiute in cielo e in terra durante la sua esistenza opera che consiste nell’aver riconciliato e unito a Dio, per grazia, il genere umano. Si muore soli, in questo momento di pandemia ancora di più. E allora i fratelli sono gli angeli della corsia, medici e infermieri, che danno un saluto e una benedizione e lasciano che i fratelli dolenti siano accolti nelle braccia del Padre.

 

VI STAZIONE –  GESÙ MUORE IN CROCE
Si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò. (Lc 23, 44-46)
Giovanni, l’apostolo più giovane, rappresenta ognuno di noi. Si ferma ai piedi della croce, accanto a Maria, egli vede e rende  testimonianza. “Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono… Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” dice il Signore. Solo il comandamento dell’amore, fino a dare la vita per gli altri. In quell’amore ci sono dentro io e ci sei dentro anche tu, ci siamo dentro tutti, l’umanità intera!

 

VII STAZIONE –  GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodemo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di aloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. (Gv 19, 30-38)
Ciò che stiamo vivendo, in questo tempo sospeso è una attraversata nel deserto. Stiamo vedendo morire una generazione di nonni, madri e padri, piangendo anche giovani vite. Un prezzo altissimo, mai visto da molte generazioni. Un male invisibile, che si trasmette e ci tiene distanti e non ci permette di coltivare amicizie, relazioni, condivisioni. Eppure ci sono segni di bene e di gratuità umana e cristiana. Il bene che supera il male invisibile. L’impegno di coloro che sono in prima linea a salvare le vite degli altri, di sorelle e fratelli. Oggi sono migliaia le donne e gli uomini che vivono il loro Golgota nel sepolcro di un addio con una sola benedizione. Noi li affidiamo a te padre misericordioso. Oggi dobbiamo comprende come la vita e la morte sono dimensioni che misteriosamente si uniscono. Comprendere come dopo la prova sarà necessario riprendere il cammino con una ottica differenze, uno stile più sobrio, fraterno e pacifico tra fratelli e con la natura che tu ci ha donato. Perché il destino di ogni vita unica e irripetibile è la risurrezione nell’ultimo giorno.
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