Srebrenica, trent’anni dopo
Genocidio, responsabilità e memoria

a cura di Margherita Boffano e Marta Gentile

Nel trentesimo anniversario del genocidio di Srebrenica, la Fondazione Carlo Donat-Cattin offre una riflessione approfondita e articolata su uno dei crimini più gravi del Novecento europeo. Attraverso testimonianze storiche e letterarie, ricostruzioni documentate e interrogativi cruciali sul concetto di genocidio, questo dossier invita a una comprensione consapevole del passato capace di orientare le scelte del presente.

Immagine tratta dalla copertina di La guerra in casa di Luca Rastello, Einaudi, 1998

L’odore della guerra

La cosa che mi dà più la sensazione fisica di cosa è accaduto è l’odore che ho sentito in tutto lo svolgimento della guerra in Bosnia.
Ho provato a scomporlo: cherosene, piscio, fango, merda, sangue ovviamente, balistite, che era l’esplosivo delle bombe, carbone bagnato, fumo e odore di nebbia o di umidità, come in Padania.
Lo stesso odore che si sente in Ucraina, e che i testimoni che ho incontrato dicono che si sente a Gaza.
Spesso è l’odore che fa la differenza, rispetto alle immagini.

(Paolo Rumiz e Roberta Biagiarelli, Srebrenica – Il genocidio dimenticato, Chora Media, ep. 2).
error: Contenuto protetto da Copyright.