Mario Toros e Carlo Donat-Cattin al Ministero, Roma 1970

Toros Ministro Operaio

Un docufilm a cent’anni dalla nascita

24 febbraio 2023 – ore 18:30

Sala Astra Cinema Visionario, Udine
Ingresso libero fino a esaurimento posti

Venerdì 24 febbraio, alle 18,30, si terrà a Udine l’anteprima del film biografico su Mario Toros, operaio, partigiano, sindacalista, parlamentare e ministro della Repubblica. Il docufilm è stato promosso dall’Ente Friuli nel Mondo, ed alla sua realizzazione ha contribuito la Fondazione Carlo Donat-Cattin.
Toros fu uno dei principali collaboratori di Carlo Donat-Cattin, suo sottosegretario al Ministero del Lavoro all’inizio degli anni ’70. Determinante il ruolo di Toros nella congiuntura politica e sociale che, attraverso il lungo autunno caldo delle lotte sindacali ed operaie, portò nel 1970 allo Statuto dei Lavoratori. E ancora determinante la sua azione come Ministro del Lavoro negli anni successivi e nella sua lunga carriera parlamentare.
Mario Toros era amico di molti di noi, e la sua figura ci aiuta a ricordare una politica radicata nei ceti popolari, nutrita dall’esperienza del lavoro di fabbrica, alimentata da ideali di giustizia e di solidarietà.

TOROS ministro operaio
di Massimo Garlatti-Costa

Un docufilm su uno dei protagonisti dell’Autunno Caldo e dello Statuto dei Lavoratori

Toros ministro operaio, un film biografico su Mario Toros, operaio, partigiano, sindacalista e politico italiano, ai cent’anni dalla nascita.

Toros ministro operaio è una produzione Belka Media in coproduzione con Raja Films per la regia di Massimo Garlatti-Costa. Il docufilm è stato promosso dall’Ente Friuli nel Mondo con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Friuli e del Comune di Udine.

Toros fu figura centrale ai tempi dell’autunno caldo e della conquista dello Statuto dei Lavoratori del 20 maggio 1970, che portò la Costituzione italiana all’interno delle fabbriche. Sottosegretario di Giacomo Brodolini e di Carlo Donat-Cattin, Toros stesso in una intervista inedita, racconta la lotta, le trattative e l’impegno a difesa dei diritti dei lavoratori.

Da semplice operaio quattordicenne divenne prima sindacalista e in seguito Ministro del Lavoro; “lui sapeva come pensava un operaio ed era capace di capire e di farsi capire”. Finita la carriera politica Toros si dedicò a sostenere e promuovere l’identità friulana, assumendo la carica di Presidente dell’Ente Friuli nel Mondo, che mantenne per vent’anni.

Interviste con: Mario Toros, Giorgio Benvenuto, Ferdinando Casini, Claudio Donat-Cattin, Carla Toros, Gianfranco Morgando, Giorgio Aimetti e Giorgio Merlo.

Il documentario vuole raccontare in modo avvincente la storia di un operaio che fu partigiano, si fece sindacalista e divenne sottosegretario e ministro nel periodo principale dello scontro sociale del dopoguerra italiano.
Mario Toros fu sindacalista e politico della Democrazia Cristiana negli anni Sessanta e Settanta. Nella sua lunga carriera parlamentare, ben 29 anni, fu eletto 4 volte senatore e 3 volte deputato, diventando Ministro del Lavoro e degli Affari Regionali nei governi Rumor e Moro.
Come sottosegretario al Lavoro coadiuvò prima il Ministro Giacomo Brodolini e poi il Ministro Carlo Donat-Cattin, nello sforzo che attraverso il lungo “Autunno Caldo” delle lotte sindacali operaie del 1969 portò allo Statuto dei Lavoratori, legge dello stato del 20 maggio 1970, e atto fondamentale per la tutela della libertà e dignità dei lavoratori.

Toros non era un uomo che desiderava apparire ma aveva una grande abilità, quella di saper condividere e condurre trattative che portarono, a detta degli intervistati, all’accordo

per lo Statuto dei Lavoratori, per il Salario Garantito e per l’approvazione della Legge in favore del Friuli terremotato.

Questa abilità nelle trattative derivava dalla storia dello stesso Toros, dalle origine contadine della famiglia e dall’essere andato a lavorare in fabbrica a quattordici anni.
Il documentario viaggia tra le tre città più importanti della sua vita e carriera, Udine, Torino e Roma.
Udine era la sua città di appartenenza, era il Friuli che lui rappresentava e che gli aveva conferito una educazione rigida ma onesta, basata sui valori della tradizione contadina.
Torino era la città della corrente della Democrazia Cristiana Forze Nuove, la corrente anche definita “dei sindacalisti” che aveva come referente Carlo Donat-Cattin.
Roma era la città dove Toros giunse come deputato negli anni ’50 e che lo vide protagonista del periodo più importante degli scontri sociali del dopoguerra.
Le immagini delle tre città si rincorrono e offrono respiro e collocazione visiva al documentario e agli intervistati che raccontano un personaggio che non ebbe la visibilità di Andreotti, di Moro, di Fanfani e dello stesso Donat-Cattin, ma ebbe, a detta degli stessi intervistati, la grande abilità di saper condurre complicate trattative sindacali e ministeriali.
Aveva uno strano ma esplicito soprannome, che possiamo leggere in un vecchio articolo del giornale Epoca, che racconta che a Montecitorio lui era “Toros Sedutos”, soprannome datogli per la sua abilità a condurre e a gestire trattative estenuanti che duravano giorni e notti e che comunque portavano le parti a trovare un accordo proficuo per tutti.
Era molto rispettato dagli stessi lavoratori, che lo riconoscevano come uno di loro. Un intervistato ricorda Toros sporgersi da una finestra a Montecitorio e chiedere ai metalmeccanici che manifestavano, un po’ di silenzio perchè: “Lui lavorava anche per loro” e incredibilmente il frastuono delle proteste si attenuò.
Il documentario vuole raccontare un’Italia dove gli operai attraverso l’impegno sociale e politico si fecero classe dirigente del paese.

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