Giuseppe Berta

Nord, Dal triangolo industriale
alla megalopoli padana
1950 – 2000

Mondadori, 2008

Lunedì 5 maggio 2008, ore 21:00

Fondazione Carlo Donat-Cattin
Via Stampatori 4 – Torino

 

 

Il Nord Italia, in particolare l’area che ha per vertici i tre capoluoghi maggiori (Milano, Torino e Genova), è stato dopo la guerra non solo il motore industriale del “miracolo economico” e la forza trainante dell’intera nazione, ma anche il luogo di nascita di orientamenti politici, culturali e di costume che hanno forgiato l’assetto della modernità italiana.

Dagli anni Settanta in poi, la direzione dello sviluppo è mutata: la corsa verso la concentrazione della produzione si è interrotta, la città ha assunto un volto prevalentemente terziario e la campagna si è urbanizzata e industrializzata. Termini come “Nordest” e “Nordovest” si sono affermati, quindi, entro uno scenario non più disposto a riconoscere al “triangolo industriale” alcun primato: il Nord è divenuto una realtà che si declina al plurale, mentre sono radicalmente ridisegnati il quadro degli interessi economici e la mappa dei gruppi sociali.

E man mano che ci si distacca dalle identità d’un tempo, si scoprono e s’inventano altre radici e appartenenze comunitarie, come dimostra il fenomeno del leghismo. Alla fine emergerà un Nord per tanti versi nuovo, composito, non privo di sintomi di instabilità e di incertezza, ma sempre ancorato a un comune patrimonio di capacità, dotazioni e ricchezza materiale.

Giuseppe Berta racconta come la grande trasformazione dell’Italia moderna si è manifestata nell’impresa, nel lavoro, nella forma urbana e nella politica, angoli visuali privilegiati per delineare il ritratto di una società in evoluzione. E lo fa non solo ricorrendo a cifre, dati e statistiche, ma riportando anche le testimonianze dirette dei protagonisti (fra gli altri, Adriano Olivetti, Enrico Mattei, Ezio Vanoni, Giorgio Amendola, Bettino Craxi), le voci spesso anonime dei lavoratori e le parole di osservatori d’eccezione come Guido Piovene, Giovanni Testori, Lucio Mastronardi, Italo Calvino, Luciano Bianciardi, che rivelano lati nascosti della realtà e dei caratteri settentrionali.

L’intensità della rappresentazione delle forze che hanno plasmato le regioni del Nord nell’arco di oltre mezzo secolo e l’originalità della riflessione sulla strada percorsa e sui possibili itinerari futuri fanno di queste pagine un passaggio obbligato per chi voglia avere una comprensione autentica della parte d’Italia che, del paese, è stata e continua a essere il ponte verso l’Europa.

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