Copertina libro su Carlo Trabucco

Città di Castellamonte – Fondazione Carlo Donat-Cattin

Carlo Trabucco,
i Diari di un Sindaco

a cura di Attilio Perotti

Tipografia Baima – Ronchetti e C. snc, Castellamonte 2021, pp. 101

Nato a Biella nel 1898, Carlo Trabucco è figlio di un castellamontese di nome Giuseppe che gestisce con la moglie Maria Denina, cuoca provetta, la Società Cooperativa di consumo, tra il 1903 e il 1907, anni in cui il figlioletto dall’ingegno vivace frequenta la Scuola Elementare a Palazzo Antonelli.
Con profitto, si direbbe, vista la brillante carriera giornalistica, la ricca produzione teatrale, i saggi e i romanzi che ancor oggi possono essere letti con godimento e profitto. Carlo Trabucco un posto non marginale nell’ambito della cultura subalpina (se non addirittura nazionale) del Novecento se l’è guadagnato con una attività multiforme sempre vigile e coerente, con poche concessioni all’apparenza e nessun compromesso sui valori fondanti trasmessigli dai genitori.
Quando accetta di guidare da Palazzo Botton la collettività castellamontese, nell’inverno del 1960, è, per certi aspetti, “un alieno” rispetto a chi lo circonda, ma pur non potendo trascurare gli impegni giornalistici che sono anche la sua fonte di reddito, mette a profitto le sue relazioni in ambito politico e culturale per offrire al borgo paterno una opportunità di riscatto, legata essenzialmente alla tradizione della lavorazione della “terra rossa” delle nostre colline.
Crea nel 1961 la Mostra della Ceramica e la innerva con le sue intuizioni sia nel ruolo di Sindaco (1960-1964), sia nelle vesti di Consigliere Provinciale (1964-1969).
La Città (che a lui deve questo “titolo”, conseguito nel 1962) lo ha “ringraziato” da vivo con la cittadinanza onoraria conferitagli dal Sindaco Michele Cibrario nel 1975 e, dopo il suo decesso avvenuto nel 1979, intitolandogli la Biblioteca Civica.

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