La «scelta di classe» della chiesa torinese

Il cardinale Pellegrino con “Camminare insieme” sceglie di schierarsi dalla parte degli ultimi: riproponiamo un servizio di Regione democratica, n. 4, Febbraio 1972

La scelta evangelica dei poveri non è una novità nella bimillenaria storia della Chiesa: dalle prime comunità cristiane a S. Agostino, da Ambrogio a San Francesco ad Ozanam (per citarne alcuni) sono molti gli esempi di dedizione ecclesiastica autentica ai fratelli poveri. Sotto questo profilo la scelta della povertà fatta dalla chiesa torinese con la lettera pastorale del card. Pellegrino s’inserisce in un filone cristiano che potremmo definire «tradizionale» (non per nulla padre Pellegrino cita spesso nel suo documento le lettere di San Paolo, i testi di autorevoli padri della Chiesa come Agostino, Ambrogio, Giovanni Crisostomo, ecc.).

Qual è dunque la novità di questa lettera nuova ed esplosiva per il contesto ecclesiale italiano? La novità consiste nella storicizzazione del discorso evangelico, nel tradurre la teoria in fatti precisi e concreti. Chi sono oggi i poveri? Ecco la domanda di fondo cui risponde la lettera pastorale: ammalati, anziani, bambini orfani o abbandonati, immigrati, handicappati o disadattati, e «le classi povere». Nel tessuto sociale del nostro tempo — rileva il vescovo — esiste «la povertà di classe»: «si danno cioè classi sociali povere, le quali assumono sempre più un atteggiamento di rifiuto, di contrapposizione radicale e di impermeabilità nei confronti della società globale… L’esempio tipico è quello della classe operaia, ma accanto ad essa si devono porre purtroppo numerose altre categorie di persone che non contano, di cui si dispone senza chiedere il loro parere, i cui membri per il solo fatto di appartenervi non riescono a farsi sentire, a far valere i propri diritti, ma restano automaticamente esclusi, emarginati dal progresso, dalla cultura, dalla responsabilità. Basti pensare, ad esempio, alla nuova classe degli immigrati». (da Regione democratica, n. 4, febbraio 1972, pag. 9)

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